Oggi è il 25 aprile, 74° anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo.
Grazie ai partigiani, di tutti i colori, che hanno lottato, o che sono morti, per restituire dignità e libertà al nostro paese.
Grazie a tutti coloro che, anche con piccoli gesti, hanno contribuito a sfamare, a nascondere, a salvare.
Grazie a Giorgio Bocca, a Italo Calvino, a Ettore Castiglioni, a Carlo Cassola, a Beppe Fenoglio, a Primo Levi, a Luigi Meneghello, a Cesare Pavese, a Nuto Revelli, a Elio Vittorini (e ai tanti che in questo momento non ricordo), che hanno nutrito la mia curiosità con i loro racconti e le loro testimonianze.
Grazie a Sandro Pertini, presidente partigiano, umano ed intransigente.
E grazie anche a mio nonno Giuseppe, socialista socialista, e a mia zia Lidia, staffetta partigiana.
Preghiera del Ribelle, di Teresio Olivelli
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Signore, che fra gli uomini drizzasti la Tua Croce,
segno di contraddizione,
che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito
contro le perfidie e gli interessi dei dominanti,
la sordità inerte della massa,
a noi, oppressi da un giogo numeroso e crudele
che in noi e prima di noi ha calpestato Te,
fonte di libere vite,
dà la forza della ribellione.
Dio che sei Verità e Libertà, facci liberi e intensi:
alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontà,
moltiplica le nostre forze,
vestici della Tua armatura.
Noi Ti preghiamo, Signore.
Tu che fosti respinto, vituperato,
tradito, perseguitato, crocefisso,
nell’ora delle tenebre ci sostenti la Tua vittoria:
sii nell’indigenza viatico, nel pericolo sostegno,
conforto nell’amarezza.
Quanto più s’addensa e incupisce l’avversario,
facci limpidi e diritti.
Nella tortura serra le nostre labbra.
Spezzaci, non lasciarci piegare.
Se cadremo fà che il nostro sangue si unisca
al Tuo innocente e a quello dei nostri Morti
a crescere al mondo giustizia e carità.
Tu dicesti:”Io sono la resurrezione e la vita”
rendi nel dolore all’Italia una vita
generosa e severa.
Liberaci dalla tentazione degli affetti:
veglia Tu sulle nostre famiglie.
Sui monti ventosi e nelle catacombe delle città,
dal fondo delle prigioni,
noi Ti preghiamo:
sia in noi la pace che Tu solo sai dare.
Dio della pace e degli eserciti,
Signore che porti la spada e la gioia,
ascolta la preghiera di noi
ribelli per amore.
Lapide ad ignominia, di Piero Calamandrei
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Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
Più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA
Buongiorno,
Mi permetto di scriverle un commento.
Mi chiamo Susanna e ho con gioia notato la pubblicazione di questa fotografia. Il giovanotto tutto a destra è mio nonno Giuseppe, che a marzo compirà 92 anni. In quella foto ne aveva pressoché 16.